Primo appuntamento della Rassegna “Il cinema ritrovato”, in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna.
Nel 1895 i Lumière inventano il cinematografo, la macchina magica capace di riprendere il mondo. I loro operatori, inviati ai quattro angoli della terra, danno inizio alla più grande avventura della modernità: catturare la vita, interpretarla, raccontarla. Città, paesaggi, uomini, donne, bambini, animali, il lavoro, il gioco, il mare, la folla, la solitudine: la bellezza luminosa e potente di queste vedute lascia ancora senza fiato. Messa in scena, travelling, trucchi, remake: i fratelli di Lione hanno inventato il cinematografo e stanno inventando il cinema.
Commentati dalla voce narrante di Valerio Mastandrea, 114 film realizzati tra il 1895 e il 1905, i pochi che tutti conoscono (l'uscita dalle officine, l'arrivo del treno, l'innaffiatore innaffiato, tutta Parigi ai nostri piedi salendo sulla torre Eiffel) e tante gemme sconosciute, vengono presentati per la prima volta nel nuovissimo restauro digitale curato da Thierry Frémaux su un progetto di Bertrand Tavernier, Institut Lumière di Lione e Sortie d'usine productions.
In prima visione assoluta per Verona e provincia, un'opera che nessun vero amante del cinema che si consideri tale può mancare.
Thierry Frémaux
la voce narrante di Valerio Mastandrea
Francia
2015
Documentario
93 min.
Hirut, una quattordicenne etiope, viene aggredita e rapita da un gruppo di uomini a cavallo mentre sta tornando a casa da scuola, in un villaggio a tre ore da Addis Abeba. Nel tentativo di fuggire Hirut riesce a prendere un fucile e spara uccidendo Tadele, ideatore del rapimento nonché suo “aspirante futuro sposo”. Ad Addis Abeba Meaza Ashenafi, una giovane donna avvocato che tramite l'attività di ANDENET offre assistenza legale gratuita a coloro che non se la possono permettere, viene a conoscenza dell'arresto di Hirut e cerca di farsi affidare il caso. Pur di salvarla, Meaza è disposta a correre il rischio di vedere vanificati i risultati ottenuti fino a quel momento dall'Associazione, e a mettere in gioco il suo stesso futuro.
Premio del pubblico nel 2014 al Sundance Film Festival, al Festival Internazionale del film di Berlino sezione Panorama, al Festival del Cinema di Amsterdam e al Montreal World Film Festival, Difret - Il coraggio per cambiare è un film capace di emozionare, documentare e sensibilizzare il pubblico, scavando tra le pieghe delle convenzioni sociali e mettendo in luce una forma di patriarcato che, in Etiopia, continua a perpetuare pratiche discriminatorie nei confronti delle donne.
Zeresenay Berhane Mehari
Meron Getnet, Tizita Hagere, Haregewoin Assefa
Etiopia, USA
2014
Drammatico
99 min.
Secondo appuntamento della Rassegna “Il Cinema Ritrovato” in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna.
“Il film capitale del cinema muto”. Dal Dracula di Bram Stoker, la storia immortale di Nosferatu, il non-morto che semina la peste, assorbe e spegne le forze vitali, attenta all'equilibrio dell'universo, finché un sacrificio femminile farà sorgere l'alba sulla città liberata.
"Sul piano formale, il film si allontana dall'espressionismo e lo trascende: prima d'ogni altra cosa per l'importanza che vi ha la Natura, per l'impressionante varietà di esterni reali che ne accrescono il romanticismo magico. Murnau si abbandona totalmente al suo gusto della polifonia e del contrappunto, sul piano drammatico e cosmico. Nosferatu è prima di tutto un poema metafisico nel quale le forze della morte mostrano la vocazione - una vocazione inesorabile - ad attirare a sé, aspirare, assorbire le forze della vita, senza che nella descrizione di questa lotta intervenga alcun manicheismo moralista" (Jacques Lourcelles).
Il genere horror ed il cinema d'autore difficilmente si conciliano. Ed infatti si dice che nell'intera storia del cinema i film horror d'autore siano solo due. Il “Nosferatu, Eine Symphonie des Grauens” di Murnau è uno di essi. Ma è anche molto di più, perché da un romanzo arcinoto, il regista riesce a trarre un film sull'ambiguità, sulle certezze che non esistono, sull'inquietudine che si nasconde anche dietro alle cose a noi più familiari. Un capolavoro senza tempo.
Friedrich Wilhelm Murnau
Max Schreck, Greta Schröder, Ruth Landshoff
Germania
1921
Orrore
95 min.
Una filodrammatica, in occasione della festa del paese, vuole mettere in scena una commedia. A tal fine ingaggia prima Rosina, figlia di Bepi Busèta, commerciante di bottoni e, successivamente, anche la mamma nonché moglie Teresa, approfittando dell'assenza del marito. L'improvviso ritorno di Bepi complica il progetto della compagnia mettendo a rischio l'imminente rappresentazione, tanto che le donne, con l'aiuto di tutta la combriccola, sono costrette ad architettare un piano per allontanarlo.
Il teatro nel teatro è il tema di questa storia, che coinvolgerà il pubblico con divertenti trovate sceniche, in due spettacoli diversi: la vicenda raccontata e la rappresentazione dello spettacolo da mettere in scena, in un avvicendarsi di imprevisti e situazioni divertentissime!
INGRESSI: intero 10€ , ridotto 8€
Compagnia teatrale EL GAVETIN di Negrar
Terzo appuntamento della Rassegna “Il Cinema Ritrovato” in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna.
In una vecchia fattoria del Kansas la giovane Dorothy, sentendosi trascurata dagli zii con i quali vive, sogna di trovarsi in un mondo incantato, oltre l'arcobaleno. Un tornado la condurrà nel magnifico mondo di Oz e, grazie all'aiuto di simpatici compagni di viaggio, la ragazzina riuscirà a raggiungere la Città di Smeraldo per chiedere al potente Mago di Oz di farla tornare a casa.
Firmato Victor Fleming, che abbandonò il set per dirigere “Via col vento”, e girato in gran parte da Richard Thorpe, sostituito poi da George Cukor e dallo stesso Fleming, mentre King Vidor curò l'epilogo e il prologo in bianco e nero, “Il mago di Oz” è uno straordinario viaggio onirico che riesce a trasportare lo spettatore in un indimenticabile mondo fantastico e colorato, in cui il passaggio dalla realtà al sogno è caratterizzato dalla scelta particolarmente azzeccata di girare in seppia le scene realistiche del Kansas e in colori vivaci quelle fantastiche a Oz.
Un film sempreverde, un'opera che non invecchierà mai, un capolavoro intramontabile che ritorna sul grande schermo grazie ad un'opera di restauro che ha saputo restituire i meravigliosi cromatismi delle sue origini.
Victor Fleming, Mervyn LeRoy, Richard Thorpe, King Vidor
Judy Garland,Frank Morgan, Ray Bolger
USA
1939
Musical
102 min.
Quarto appuntamento della Rassegna “Il Cinema Ritrovato” in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna.
“Il monello” (1921), capolavoro assoluto di Charlie Chaplin. Una giovane donna, abbandonata dal padre del suo bambino, abbandona il piccolo in una lussuosa automobile sperando che una persona ricca e generosa si prenda cura di lui. Ma la vettura viene rubata, e il bambino viene di nuovo abbandonato in un quartiere poverissimo. Lì lo trova il Vagabondo, che decide di tenerlo con sé.
Passano gli anni e tutto va per il meglio: qualcosina da mangiare non manca mai e il bambino, divenuto un Monello, “aiuta” nel lavoro il padre adottivo rompendo le finestre a sassate in modo che il Vagabondo possa poi presentarsi, come per caso, a offrire ai proprietari i suoi servigi di vetraio improvvisato. Ma ben presto cominciano i guai...
“Sherlock Jr.” (1925), meglio noto in Italia con il titolo “La palla n. 13”, una delle opere più importanti di Buster Keaton. Buster è un appassionato lettore di gialli che lavora come proiezionista in un cinema. Un giorno un rivale in amore ruba l'orologio al padre della donna di cui Buster è innamorato, facendo ricadere la colpa su di lui. Buster, tornato nella sua cabina di proiezione, si addormenta e sogna di entrare nel film nei panni di Sherlock Holmes Jr. risolvendo il complicato caso di furto e salvando la protagonista dei banditi. Finché viene svegliato dalla ragazza...
Due classici della storia del cinema in un doppio programma in versioni restaurate. Il celeberrimo Il monello, commovente capolavoro di Chaplin, accoppiato a uno dei film più incredibili di Keaton nei panni di un detective che sogna di entrare e uscire dallo schermo cinematografico. Chaplin contro Keaton: chi vincerà per gli spettatori di oggi?
di Charles Chaplin e Buster Keaton.
Usa
1921
Commedia
105 min.
Quinto ed ultimo appuntamento della Rassegna “Il Cinema Ritrovato” in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna.
Harry Powell, pastore protestante, uccide alcune vedove per denaro. Uccide anche Willa Harper, ma i suoi due figlioletti riescono a fuggire allontanandosi sul fiume con una barca. In loro soccorso giunge una cara vecchietta, Rachel, che dà rifugio ai bambini abbandonati.
Prima e unica regia dell'attore Charles Laughton, che a causa dell'insuccesso del film non riuscì a dirigere i suoi ulteriori progetti, “La morte corre sul fiume” è una grande fiaba orrorifica, più per atmosfera che per scene violente, in cui Harry riveste i panni dell'orco, Rachel quelli della fata e i due fratelli quelli di Hansel e Gretel. La fotografia in bianco e nero, le luci maniacalmente posizionate che rileggono il cinema espressionista, ne fanno un vero e proprio capolavoro segreto del cinema americano, fonte di ispirazione per registi contemporanei come Scorsese, Malick e molti altri.
Una fiaba gotica vista dagli occhi di due bambini, un atto d'accusa contro il fanatismo nella religione cristiana e i falsi profeti nel sud degli Stati Uniti, un film divenuto ben presto oggetto di culto di molti cinefili.
VERSIONE RESTAURATA, IN LINGUA ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO
Charles Laughton
Robert Mitchum, Shelley Winters, Lillian Gish
Usa
1955
Drammatico
93 min.
Quinto ed ultimo appuntamento della Rassegna “Il Cinema Ritrovato” in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna ed il patrocinio del Comune di Sommacampagna.
Harry Powell, pastore protestante, uccide alcune vedove per denaro. Uccide anche Willa Harper, ma i suoi due figlioletti riescono a fuggire allontanandosi sul fiume con una barca. In loro soccorso giunge una cara vecchietta, Rachel, che dà rifugio ai bambini abbandonati.
Prima e unica regia dell'attore Charles Laughton, che a causa dell'insuccesso del film non riuscì a dirigere i suoi ulteriori progetti, “La morte corre sul fiume” è una grande fiaba orrorifica, più per atmosfera che per scene violente, in cui Harry riveste i panni dell'orco, Rachel quelli della fata e i due fratelli quelli di Hansel e Gretel. La fotografia in bianco e nero, le luci maniacalmente posizionate che rileggono il cinema espressionista, ne fanno un vero e proprio capolavoro segreto del cinema americano, fonte di ispirazione per registi contemporanei come Scorsese, Malick e molti altri.
Una fiaba gotica vista dagli occhi di due bambini, un atto d'accusa contro il fanatismo nella religione cristiana e i falsi profeti nel sud degli Stati Uniti, un film divenuto ben presto oggetto di culto di molti cinefili.
VERSIONE RESTAURATA, IN LINGUA ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO
Charles Laughton
Robert Mitchum, Shelley Winters, Lillian Gish
Usa
1955
Drammatico
93 min.
Martin Scorsese porta nelle sale l'opera che ha sognato di realizzare per ventotto anni, e il suo film riflette la consapevolezza e la gradualità di una lunga riflessione sulla spiritualità, sull'identità culturale e sulla vita.
L'ultima pellicola del pluripremiato regista newyorkese di origini italo-americane, racconta la storia di due missionari portoghesi che nel XVII secolo intraprendono un lungo viaggio irto di pericoli per raggiungere il Giappone, alla ricerca del loro mentore scomparso, padre Christovao Ferreira, e per diffondere il cristianesimo. Nato da una sceneggiatura scritta dallo stesso Scorsese con Jay Cocks, il film, basato sul romanzo di Shusaku Endo del 1966, esamina il problema spirituale e religioso del silenzio di Dio di fronte alle sofferenze umane.
“Silence” è sicuramente il progetto più vagheggiato, sofferto, vicino al cuore di un ex seminarista che anziché sacerdote divenne uno dei più importanti cineasti di tutti i tempi. Non è un'opera che susciterà gli entusiasmi di un grande pubblico come quello che ha amato l'amorale e dionisiaco "The Wolf of Wall Street“: ”Silence" è qualcosa in più che un film ambizioso, è impegnativo, doloroso, personale, quasi un esercizio di ascetismo cinematografico. Ma è anche un film di una bellezza abbacinante e assolutamente ammirevole anche nella qualità e nella sincerità della sua ricerca spirituale.
Martin Scorsese
Andrew Garfield, Adam Driver, Liam Neeson
USA
2016
Drammatico
161 min.
Gran Premio della Giuria a Venezia 2016
Susan è direttrice di una galleria d'arte ed è sposata con il bel Hutton per il quale ha lasciato il marito, Edward, promettente scrittore. Dopo diciannove anni, proprio mentre il matrimonio di Susan scricchiola pesantemente, l'ex marito si fa vivo facendole recapitare la bozza di un suo romanzo, intitolato “Nocturnal Animals”. Il romanzo è dedicato a lei ma il suo contenuto è sconvolgente...
Tom Ford è prima di tutto un famosissimo stilista. Con i soli due film finora girati ha dimostrato, però, senza farne troppo sfoggio, di appartenere ad un mondo artistico poliedrico, raffinato, e di essere portatore di una cultura che fa dell'estetica una ragione di tensione verso la perfezione.
“Animali notturni” è forse la sintesi perfetta del suo linguaggio: un film teso e complesso, costruito attraverso continui ribaltamenti di piani narrativi destinati a chiudersi, come un puzzle in cui le tessere combaciano perfettamente, con un effetto finale imprevedibile.
Gran Premio della Giuria a Venezia 2016, uno dei film più significativi della stagione.
Tom Ford
Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon
USA
2016
Thriller
115 min.
Ermanno Olmi racconta in un documentario la figura del Cardinale Carlo Maria Martini. Attraverso azioni e pensieri del Cardinale e dell'uomo, il film presenta la storia di un protagonista dei nostri tempi, di come si è mantenuto fedele alla sua vocazione ed ai suoi ideali, di come, pur attraversando eventi drammatici (terrorismo, Tangentopoli, la crisi del lavoro, conflitti, solitudini) abbia saputo dare senso a smarrimenti e inquietudini di tante persone, che hanno visto in lui un uomo libero e il principe di una Chiesa del Vangelo, non dei dogmi. Grazie all'autenticità della sua testimonianza, che il film documenta, è stato punto di riferimento per credenti e non credenti, un profeta di speranza, anticipatore di papa Francesco.
Scritto dal regista assieme al giornalista Marco Garzonio - che del cardinale continua a essere il più autorevole conoscitore e interprete - un viaggio nella storia di un padre della Chiesa (Olmi dixit) che, grazie alla delicatezza ed al pudore dello sguardo di Ermanno Olmi, si snoda e si confonde con quella dell'autore e la storia del suo cinema, in cerca di capire il presente in cui viviamo. Un film da non perdere.
di Ermanno Olmi
Italia
2017
Documentario
76 min.
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