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Pixar Intro Parody


Sulla rete è il video del momento e gli internauti si stanno dividendo tra chi lo trova geniale e chi lo ritiene disgustoso.
Politicamente scorrettissimo, a me non fa ridere per niente.

20/10/2009 Permalink

District 9 de noialtri

Pare che al cinema gli alieni siano sbarcati anche su... Torino! Guardate questo trailer...

http://www.aftervillethemovie.com

Per essere solo un cortometraggio, per di più italiano, mi pare notevole.
Dopo il salto, una breve sinossi.

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27/09/2009 Permalink

Venezia66: Leone d'Oro a Lebanon di Samuel Maoz - Tutti i premi del festival

Vincono la voglia di pace e la voglia di convivenza in una democrazia degna di tal nome. E’ questo il verdetto della Giuria Internazionale della 66. Mostra del Cinema di Venezia. Il Leone d’Oro al bellissimo e forte Lebanon guarda alla memoria dei soldati che sono sopravvissuti alla guerra ma continuano a ricordare immagini terribili, traumi mai sorpassati.

Il Leone d’Argento a Shirin Neshat per la sua elegantissima regia di Women Without Men dà l’occasione all’artista di poter ribadire ancora la pace e la convivenza con il suo popolo, l’Iran, con un film di urgente attualità. Anche il Premio della Giuria al folle e divertentissimo Soul Kitchen di Fatih Akin alla fine porta in senso lato un messaggio che si può riportare alla convivenza e alla felicità: solo volendo e credendoci si possono ottenere risultati impensati.

Colin Firth vince meritatamente la Coppa Volpi per la sua misurata e commovente interpretazione nella sorpresa A single man di Tom Ford; faranno discutere invece - possiamo immaginare - la Coppa Volpi a Ksenia Rappoport (in realtà davvero brava) per La doppia ora e il Premio Mastroianni a Jasmine Trinca per Il Grande Sogno, che rivelazione fu forse ancora con La stanza del figlio e La meglio gioventù.

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13/09/2009 Permalink

"Lebanon, Lourdes o Michael Moore". Al Lido impazzano i primi pronostici

A poche ore dalla fine della 66esima edizione della Mostra internazionale del Cinema di Venezia al Lido impazza il totoleone. Per gli italiani non ci sono molte speranze per la vittoria. A prevalere sembrano invece tre film: il claustrofobico film israeliano "Lebanon", che ha dalla sua originalità e tema (la guerra in Medio Oriente); "Capitalism", il documentario di Michael Moore che trova finalmente un nemico in un mondo in crisi economica; e "Lourdes" di Jessica Hausner con un miracolo tra invidia e ammirazione.

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11/09/2009 Permalink

Venezia66: Il cattivo tenente: ultima chiamata New Orleans, di Werner Herzog


Terence McDonagh è un detective della omicidi del dipartimento di polizia di New Orleans. Durante l’allagamento del carcere cittadino causato dall’uragano Katrina un suo gesto coraggioso salva la vita a un detenuto che rischiava di allegare, gli garantisce una promozione con encomio ma lo condanna a continui dolori di schiena da combattere con forti dosi di farmaci antodolorifici. Un anno dopo la dipendenza da Vicodin ha portato anche quella da cocaina, ma Terence continua a essere un poliziotto dal fiuto infallibile, anche se dai metodi non proprio ortodossi. Dopo una strage con un’intera famiglia sterminata, Terence si trova in mezzo a una vera guerra per fermare il traffico di droga di Big Fate, sospettato del massacro appena compiuto. Un ragazzo, unico testimone, è la sola arma che si può usare contro il boss ma la paura non lo fa avvicinare al tribunale. Solo quando Terence viene degradato per aver pestato i piedi sbagliati arriverà l’occasione per passare dalla parte opposta.

Il progetto di un (non) remake de Il cattivo tenente (Bad Lieutenant di Abel Ferrara del 1992) è nato col progetto di una serie televisiva che avrebbe dovuto essere prodotta dalla Lionsgate. Il progetto è stato realizzato con la sceneggiatura di William Finklstein, firma di serie come Nypd e L.A. Law. Dal copione è emerso un taglio decisamente differente rispetto a quello che aveva realizzato Ferrara e si è quindi pensato a Herzog come un regista adatto per portarlo a termine. Può sembrare difficile comprendere quali siano le motivazioni che hanno spinto un regista e documentarista, con una forte caratteristica autoriale come Werner Herzog, ad accettare un progetto del genere ma chi lo conosce ben sa che Herzog è uno che ama le sfide. Le infinite polemiche che sono state al centro del dibattito a distanza che si è creato tra Herzog e Ferrara, che pare non aver apprezzato l’idea di una “violazione” della sua creatura fin dall’inizio, potrebbe sembrare parte di un ideale copione di un film “fuori dal film”, scherzo che a Herzog sarebbe sicuramente piaciuto orchestrare.

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05/09/2009 Permalink

Venezia66: Lei wangzi (Prince of Tears), di Yonfan

Taiwan, anni ‘50. E’ il periodo noto come “Terrore Bianco”: regna sovrana la campagna comunista, senza pietà alcuna, che ha provocato migliaia di morti. Due giovani sorelline di punto in bianco si ritrovano senza i genitori, catturati a causa del loro presunto tradimento in favore delle forze rosse. Da qui la storia segue le loro vicende e quelle di quattro personaggi, intrecciate tra di loro dal filo della passione e della Storia…

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05/09/2009 Permalink

Venezia66: Tetsuo the Bullet Man, di Shinya Tsukamoto

Anthony è un uomo in carriera, ha una moglie, Yuriko, e un figlio, Tom. Un giorno Tom viene investato senza pietà da uno sconosciuto. La moglie pretende giustizia, ma Anthony sembra quasi freddo e distaccato. Inizia per lui una serie di scoperte sul passato di suo padre e di sua madre, morta di cancro, che lo convolgono direttamente. E inizia la sua trasformazione…

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05/09/2009 Permalink

Venezia66: Baarìa, di Giuseppe Tornatore


I 150 minuti di durata del kolossal italiano diretto da Giuseppe Tornatore sono, obiettivamente, un po’ troppi. Una sforbiciatina qui e là avrebbe probabilmente giovato alla pellicola, che risente - appunto - di eccessiva lunghezza e di sovrannumero di personaggi e storie fra loro intersecate. Dopo un po’ si comincia a fare confusione fra padri, fratelli, zii, amici di famiglia e figli…e il dialetto siciliano stretto, con annessa lettura dei sottotitoli, non aiuta. Con questo non voglio bocciare il film di Tornatore, i film brutti sono ben altri! Viste le premesse, però, ci si aspettava qualcosa di più.

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05/09/2009 Permalink

Venezia66: The Road, di John Hillcoat


E’ un film cupissimo quello di Hillcoat, tratto dal bellissimo libro di McCarthy. Il romanzo, Premio Pulitzer nel 2007, ha fatto discutere anche gli appassionati dello scrittore, ma è innegabile che abbia stile e colpisca. The Road è una trasposizione fedele, e al di là di questo potrebbe essere preso ad esempio come trasposizione che non snatura la fonte d’origine e al tempo stesso riesce ad essere un film personale.

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05/09/2009 Permalink

Venezia66: Life during wartime, di Todd Solondz

Cosa ci si può attendere da un nuovo Solondz, che tra l’altro riprende i personaggi e le fila del discorso del suo capolavoro, Happiness? Semplicemente un film splendido, come è Life during wartime. Solondz con Storytelling sembra aver iniziato un percorso sul come sperimentare le vie per raccontare una storia. Un’idea teorica che ha messo in pratica con il folle Palindromes, in cui sette attrici (più un giovane attore) interpretavano uno stesso personaggio, e che ora trova nuova forma in Life during wartime.

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05/09/2009 Permalink

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