L'emozione delle immagini di folle di persone che, pacifiche, camminano, osservano, cantano, pregano, nei dintorni di Roma per giungere a piazza San Pietro, è forte ed è un segnale di speranza per chi pensa che non esista più un desiderio di comunità. Il Giubileo, ancora oggi, ha quella pura energia che unisce diverse generazioni. La chiave del film è il ponte tra due Anni Santi, il Giubileo del 1600, indetto da papa Clemente VIII, e quello appena vissuto dalla Roma contemporanea. Il documentario utilizza questa cornice per ripercorrere gli anni romani di Caravaggio, quando il pittore, arrivato in città da giovane in cerca di fortuna, si scontra e dialoga con una capitale che sta ripensando il proprio immaginario religioso e urbanistico. La Chiesa chiede immagini che parlino al popolo, che commuovano e convincano, e Caravaggio risponde con quadri che sembrano fotografie di una realtà sporca, quotidiana e violentemente vera.
Questo bellissimo docufilm è un tassello in più nel racconto di Michelangelo Merisi. Non pretende di essere la parola definitiva sull'artista, ma offre uno sguardo coinvolgente sul suo rapporto con Roma e con il Giubileo. La sua forza sta nel modo in cui mette a nudo le tele, trattandole come confessioni luminose e oscure, ma anche nel legame continuo tra la città di ieri e quella di oggi. I limiti arrivano quando l'emozione prevale sull'analisi e l'insieme rischia di restare un po' troppo sospeso.