Giovedì 30 Maggio - ore 21:00

Il gusto delle cose [IN FRANCESE, SUB ITA]

di Tran Anh Hung, con Juliette Binoche, Benoît Magimel, Galatéa Bellugi
Francia 2023, commedia, 140 min.

Vi lasciamo con l'ultimo (sigh...) affascinante film della stagione, da godere in lingua originale francese
Sul finire del XIX secolo in Francia Eugenie, cuoca sopraffina, e Dodin-Bouffant, famoso gastronomo, lavorano fianco a fianco da vent'anni. Il loro è un rapporto di reciproca fiducia che progressivamente si è trasformato in una relazione sentimentale. Eugenie però si ritrae dinanzi all'idea che si consolidi in un matrimonio. Lui però non ha intenzione di arrendersi e si muove, per ottenere il risultato desiderato, sul terreno che li accomuna: la cucina.
Il regista compone il suo quadro quasi eliminando la trama, mostrando una relazione come una ricetta: gesti precisi, attenzione maniacale agli ingredienti, amore universale per quel che si crea. Dodin e Eugénie vivono un rapporto scandito da una liturgia destinata a solleticare il palato di altri. C'è qualcosa di ipnotico nella preparazione di piatti sempre più complessi, di pietanze sempre più elaborate. Il cibo è metafora di una forma di altruismo, di accudimento, di realizzazione personale; ma il suo incedere reiterato, il suo sguardo estatico sanno catturare un senso del cibo quasi mistico, mai legato a un piacere solamente terreno. È la perfezione che si cerca, la sintonia, l'equilibrio assoluto di un benessere sensoriale. Magistrale, semplicemente.

Venerdì 31 Maggio - ore 21:00
Sabato 1 Giugno - ore 18:00, 21:00
Domenica 2 Giugno - ore 21:00

Il gusto delle cose

di Tran Anh Hung, con Juliette Binoche, Benoît Magimel, Galatéa Bellugi
Francia 2023, commedia, 140 min.

Vi lasciamo con l'ultimo (sigh...) affascinante film della stagione.
Sul finire del XIX secolo in Francia Eugenie, cuoca sopraffina, e Dodin-Bouffant, famoso gastronomo, lavorano fianco a fianco da vent'anni. Il loro è un rapporto di reciproca fiducia che progressivamente si è trasformato in una relazione sentimentale. Eugenie però si ritrae dinanzi all'idea che si consolidi in un matrimonio. Lui però non ha intenzione di arrendersi e si muove, per ottenere il risultato desiderato, sul terreno che li accomuna: la cucina.
Il regista compone il suo quadro quasi eliminando la trama, mostrando una relazione come una ricetta: gesti precisi, attenzione maniacale agli ingredienti, amore universale per quel che si crea. Dodin e Eugénie vivono un rapporto scandito da una liturgia destinata a solleticare il palato di altri. C'è qualcosa di ipnotico nella preparazione di piatti sempre più complessi, di pietanze sempre più elaborate. Il cibo è metafora di una forma di altruismo, di accudimento, di realizzazione personale; ma il suo incedere reiterato, il suo sguardo estatico sanno catturare un senso del cibo quasi mistico, mai legato a un piacere solamente terreno. È la perfezione che si cerca, la sintonia, l'equilibrio assoluto di un benessere sensoriale. Magistrale, semplicemente.