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- blog.data -->04/09/2009 (11:26:44)
- blog.autore -->Exchequer
- blog.titolo -->Venezia09: Videocracy, documentario di Erik Gandini
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- blog.messaggio -->SCRIVERE IL MESSAGGIO QUI SOTTO
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Il film-polemica della Mostra di Venezia è arrivato, e la fila in Sala Perla 2
per l’unica proiezione prevista era talmente lunga che gli organizzatori hanno ceduto all’idea
di programmare una seconda proiezione notturna nella ben più grande Sala Darsena.
E ovviamente Videocracy sta già facendo discutere il Lido.
- blog.finePreview -->QUELLO CHE SCRIVI OLTRE NON VERRA' VISUALIZZATO NELL'ANTEPRIMA DEL MESSAGGIO
Erik Gandini, di origini italiane ma da vent’anni in Svezia, guarda alla nostra televisione per
scattare una radiografia dello stato di (non) salute dell’Italia, guardandola con gli
occhi ormai dello straniero che vede cose dall’altro mondo, da film di fantascienza.
Videocracy è un film su Silvio Berlusconi? Direttamente sì, ma indirettamente non solo.
E’ un film che tenta di esplorare la situazione odierna del nostro belpaese incominciando
il tutto dall’avvento della televisione commerciale, con il primo quiz tv con interazione
con il pubblico da casa che, telefonando, poteva far spogliare una donnina.
Tette e culi, culi e tette, si dirà: solito attacco. Ma questo
è solo il punto di partenza: dalle nudità messe ad ogni fascia oraria si passa per Lele Mora,
la fotografa ufficiale di Villa Certosa, un ragazzo che vorrebbe fare (e ha già fatto…)
di tutto per ottenere la popolarità che solo la tv può dare, arrivando a Fabrizio Corona,
che si concede all’obiettivo della videocamera di Gandini anche in un nudo integrale.
Girato quasi come fosse un film horror, con mostruosità pronte ad apparire dal buio e dagli
angoli più impensabili, Videocracy, diretto e montato in modo perfetto da lasciare inquietati
spesso e volentieri come nelle previsioni del regista, è certamente un attacco, ma da parte
di una persona che sa quel che fa.
Con qualche punto interrogativo, comunque. Ad esempio, non ci stupisce alcuna (terrificante)
dichiarazione di Lele Mora, orgoglioso del suo essere filo-fascista e di avere sempre con
sé musiche mussoliniane, croci fasciste e svastiche sul suo cellulare, e non ci colpisce
neanche Corona, di cui ormai si sa tutto.
Ma altre dichiarazioni hanno il loro peso, e non si può fare finta di nulla:
com’è che il regista del Grande Fratello dichiara senza alcun problema davanti
ad un obiettivo che dai piani alti a volte gli viene ordinato di chiudere un po’ prima
il programma perché su Porta a Porta sta per arrivare proprio Berlusconi?
Com’è che una dichiarazione così netta e precisa viene detta con tanta naturalezza
in un’intervista che immaginiamo l’intervistato sapesse sarebbe finita in un documentario?
- blog.fine -->FINE