- blog.id -->3-50-18-10-1-109-2-40-0 - blog.data -->10/02/2009 (18:50:03) - blog.autore -->Camilla Cortese - blog.titolo -->Caro cinema... - blog.commentabile-->sì - blog.visibile -->sì - blog.categorie -->virtus - blog.messaggio -->SCRIVERE IL MESSAGGIO QUI SOTTO //(articolo tratto da {[telegiornaliste.com][http://www.telegiornaliste.com/cronacainrosa.htm]})//

{[img.lat][ncp.jpg][250]} In principio era **il cinematografo**. Negli anni Ottanta (tale è il principio per chi scrive), quando i genitori portavano i bimbi al cinema a vedere i film d’animazione di Walt Disney, funzionava così: si guardavano gli orari degli spettacoli su un quotidiano, si andava al cinema 15 minuti prima dell’inizio e si acquistava il biglietto. Chi prima arrivava, meglio sedeva. - blog.finePreview -->QUELLO CHE SCRIVI OLTRE NON VERRA' VISUALIZZATO NELL'ANTEPRIMA DEL MESSAGGIO Tanto semplice e disarmante quanto **carico di nostalgia** e di ricordi al sapore di Smarties, gli amabili bottoncini di cioccolato colorati, quelli nel tubetto cilindrico che non fanno più come una volta. Il cinema era così, forse un po’ **spopolato ma genuino**. C’era la maschera con la divisa inamidata e il banchetto dei pop-corn. Il buio, totale come la magia del momento, il silenzio, quasi assoluto.

Poi, complice la crisi del settore e la necessità di combattere la concorrenza della televisione, la grande idea fu quella di svecchiare l’immagine polverosa del cinematografo abbellendo la confezione e fornendo servizi inutili. Fu così che, negli anni Novanta, arrivarono dall’America i **cinema multisala** che invasero pacificamente la penisola e attecchirono particolarmente in questo strano e indefinibile decennio ancora in corso.

Il primo impatto fu bello e multiaccessoriato, proprio come gli anni Novanta. La poesia fu abilmente contabilizzata, come usano fare gli amici statunitensi. Non più vecchi teatri riadattati, con quella divisione classista fra platea e galleria, dall’America la democrazia esportata in formato sedici noni prendeva forma con **enormi sale** zeppe di utilissime lucine-spia.

Non più il misero banchetto dei pop-corn, che fa tanto caldarroste della vecchia Europa, ma poderosi bar pieni zeppi di ogni ben di Dio, con bicchieri da litro per **succulente bevande alla spina** e fornetti zeppi di nachos al formaggio. E nessuno sapeva cosa fossero i nachos.

Che dire poi della maschera? Aria! A casa il nonno rattrappito vestito come la banda della scuola, in campo giovani baldanzosi! L’occhio vitreo, l’occhiaia tossica, il capello rasta e la ridicola salopette non sono ciò che sembrano a noi sprovveduti, no! Sono i baluardi dei super giovani sottopagati. A noi piacevano tanto i bei bottoni dorati e le nappine, ma dobbiamo accontentarci di **piercing e zotici** che nemmeno salutano.

Alla faccia della crisi, il sabato sera azzeccare un film meno gettonato e di conseguenza meno programmato del genere Saw: cadaveri a pezzetti & truculente torture, è quasi un’impresa. Dopo **mezz'ora di coda** circondati da adolescenti in visibilio erotico per l’ultima prodezza di Riccardo Scamarcio (che mai avrà fatto stavolta, avrà alzato un sopracciglio?), dopo essere stati rapinati della modica cifra di € 8,00, si riesce ad aggiudicarsi i posti 275 e 276 della sala 1.

A questo punto si può anche abbandonare il cervello in biglietteria, perché centinaia di sagome di manine e piedini fluorescenti guidano le masse di pecoroni verso **il vero divertimento: venti minuti di pubblicità e dieci di trailer**. Quando finalmente inizia il film, di cui a stento si ricorda il titolo viste le dodici fatiche di Eracle superate per arrivarvi, ci si ripromette di non cedere allo spuntino dell’intervallo, mentre la magia del momento si stempera in un pallido crepuscolo di cellulari illuminati a scrivere fondamentali SMS. - blog.fine -->FINE